La storia del karate è
molto complessa. L'analisi della storia di
Okinawa (l'Isola maggiore dell'arcipelago delle
Ryu-Kyu situato ad est della Cina nell'oceano
pacifico), permette di comprendere come
l'influenza
cinese abbia contribuito a formare questa arte e
come poi si sia sviluppata sotto la dominazione
giapponese.
L'arte marziale di Okinawa si è sviluppata come un'arte
tenuta segreta, che per lungo tempo è stata il
privilegio dei nobili prima di diffondersi ad altri
strati della società, pur restando appannaggio di un
numero ristretto di persone.
Nel secolo XV il re di Ryu-Kyu, dopo aver elevato al
rango di nobili gli antichi capi locali, proibisce di
portare armi.
Dopo aver invaso il paese, nel secolo XVII, i signori
giapponesi di Satsuma mantennero l'interdizione delle
armi istituita dal re di Ryu-kyu un secolo e mezzo
prima. Integrato nel regime feudale giapponese, il
sistema gerarchico di Ryu-kyu diventò più rigido. L'arte
del combattimento a mani vuote praticata dalla nobiltà
sembra aver avuto più che altro il senso di una
manifestazione simbolica del suo rango. Tuttavia, nel
corso dei secoli XVII e XVIII, i vassalli si
impoverirono e una parte di questi si orientò poco a
poco verso l'artigianato o il commercio, e infine verso
l'agricoltura, per sopravvivere. Si manifestò una
mobilità sociale tra la classe dei vassalli e quella dei
contadini, malgrado la gerarchia complessa e rigida
esistente a Ryu-Kyu. Possiamo pensare che, con
questa mobilità sociale, l'arte dei nobili a poco a poco
abbia penetrato gli altri strati sociali; lo
testimonierebbe la comparsa di termini come "mano (te)
dei vassalli", "mano degli artigiani", "mano dei
contadini", avendo il termine "mano" (te) il significato
di arte o di tecnica. L'arte cinese del combattimento ha
avuto un ruolo d'importanza primaria nella formazione
del karate. Di fatto, il karate non avrebbe preso questa
forma senza il contatto con l'arte cinese del
combattimento, anche se fossero esistite già da prima a
Okinawa - cosa non certa - tecniche di combattimento
sufficientemente elaborate per servire da base alla
creazione di un'arte del combattimento. Dai documenti
storici disponibili si deduce che l'arte cinese del
combattimento è stata introdotta a Okinawa attraverso
tre canali.
Dal 1372 al 1866, una delegazione dell'imperatore della
Cina venne ventitré volte a Ryu Kyu, per le cerimonie di
consacrazione del re, e si pensa che questa ambasceria
abbia avuto un ruolo importante nella trasmissione
dell'arte del combattimento. I contatti dei membri della
delegazione con gli abitanti di Ryu Kyu non figurano in
nessun documento, ma sarebbe inconcepibile che le molte
centinaia di persone delle varie delegazioni che si sono
succedute abbiano sostato per parecchi mesi senza uscire
dal piccolo villaggio di Kume. Il contatto con loro e
certo stato un'importante linea d'infiltrazione
dell'arte cinese del combattimento, senza arrivare fino
a una trasmissione globale di questa.
L'arte del combattimento praticata dai cinesi che
abitavano dal 1392 nel villaggio di Kume e stata
verosimilmente comunicata sotto il vincolo del segreto
ad alcune famiglie nobili che avevano contatti con loro,
e questo malgrado la chiusura del villaggio. Quest'arte,
praticata segretamente, costituiva uno dei privilegi di
questo gruppo di famiglie cinesi, che hanno avuto dal
secolo XIV un ruolo importante negli affari del regno di
Ryu Kyu. Questa comunità non era isolata dalla sua
cultura d'origine, con la quale intratteneva regolari
contatti tramite i membri della delegazione
dell'imperatore della Cina che era inoltre incaricata di
accogliere. Costoro comunicavano ogni volta, insieme ad
altre tecniche, un'arte del combattimento arricchita di
nuove conoscenze. Questa comunicazione si limitava ad
alcuni cinesi del villaggio di Kume e forse a qualche
nobile del regno di Ryukyu. Altri fatti mostrano che la
diffusione verso l'esterno dell'arte del combattimento a
partire dal villaggio di Kume fu per lungo tempo minima.
E' soltanto a partire dal secolo XIX, alcuni anni prima
della guerra dell'oppio, che la chiusura del villaggio
di Kume si attenuò, lontana ripercussione degli
sconvolgimenti della società cinese. Allora l'arte del
combattimento, a lungo nascosta dietro le sue mura, a
poco a poco cominciò a filtrare al di fuori sotto il
nome di Xaha-te, poiché questo villaggio dipendeva dalla
città di Naha.
Dall'inizio del secolo XVII, alcuni abitanti di Okinawa
cominciarono a recarsi in Cina per commerciare. Questi
viaggiatori, un po' avventurieri, riportarono senza
dubbio a Okinawa delle tecniche di combattimento a mani
nude a loro utili. Queste, tuttavia, non potevano essere
che frammentarie, perché in poco tempo era impossibile
imparare nel suo insieme il metodo dell'arte marziale
cinese, che si basa su una concezione elaborata del
corpo. Possiamo pensare che le corte
sequenze di tecniche direttamente rispondenti a una
semplice applicazione in combattimento - di cui esistono
parecchi tipi siano state trasmesse così e che gli
abitanti di Okinawa le abbiano trasformate adattandole
alla loro morfologia e al loro modo di vita.
Le scuole tradizionali di te risalgono all'insegnamento
di Matsumura e dei suoi contemporanei. A partire dal
secolo XIX queste scuole prenderanno il nome della
località dove risiedono gli adepti:
- Shuri-te per designare la scuola di Matsumura,
che si sviluppa attorno al palazzo
- Tomari-te per designare un'altra scuola che si
sviluppa nella città vicina
- Naha-te per designare la scuola dei cinesi del
villaggio di Kume che faceva parte di Naha.
Il Tomari-te assomiglia molto allo Shuri-te. Le due
scuole di Shuri-te e Tomari-te rappresentano un'arte del
combattimento prodotta dalla cultura di Okinawa.
Abbiamo visto che il villaggio di Kume ebbe un ruolo
importante per cinque secoli e che l'arte del
combattimento praticata dai cinesi di questo villaggio
fu chiamata Naha-te. E soltanto verso il 1830 che questa
arte comincia a diventare più accessibile agli abitanti
dei dintorni. La funzione storica di Kume crolla nel
1879 con 1'estensione a Okinawa dell'influenza dello
Stato giapponese moderno. I suoi abitanti rientrano
allora in Cina o si integrano alla popolazione di
Okinawa.
Kanryo Higaonna, nato a Naha nel 1852, parte per la Cina
per studiare approfonditamente l'arte del combattimento
che aveva cominciato ad apprendere sotto la direzione di
un adepto di Kume. Dopo un soggiorno di quindici anni in
Cina, ritorna a Okinawa e fonda una scuola che,
anch'essa, viene chiamata Naha-te. Storicamente il
Naha-te implica quindi il Naha-te dei cinesi del
villaggio di Kume e la scuola fondata da K. Higaonna,
che ne e parzialmente derivata. Il Naha-te rinnovato da
K. Higaonna, è stato ripreso dal suo allievo Chojun
Miyagi che, come il suo maestro, andò a studiare in
Cina. Egli ha chiamato la sua scuola Goju-ryu. E cosi
che la tradizione del Naha-te, erede fedele dell'arte
cinese del combattimento, è perpetuata da questa scuola.
Il contributo antico dei cinesi insediati a Kume e il
rinnovamento di K. Higaonna si congiunsero; la loro
denominazione, unica alla fine del secolo XIX, lo
conferma. Entrambi hanno in comune la trasmissione
fedele e lo sviluppo dell'arte cinese del combattimento.
Di fatto, possiamo oggigiorno trovare numerosi aspetti
comuni tra il Naha-te (Goju-ryu) e 1'arte del
combattimento del sud della Cina.
L'origine dell'arte chiamata Naha-te nel secolo XIX e
quindi relativamente ben conosciuta; più oscura e la
formazione dello Shuri-te e del Tomari-te. Le
dominazioni cinese e giapponese hanno avuto
ripercussioni ben distinte sulla formazione del karate a
Okinawa. Se la dominazione dei cinesi si era stabilita
con il consenso della dinastia di Ryu-kyu per sviluppare
la produzione e il commercio dell'isola, la dominazione
di Satsuma fu imposta nel 1609 con la forza. La società
di Okinawa dovette progressivamente riorganizzarsi per
rispondere alle esigenze di Satsuma, e i vassalli, i cui
privilegi erano stati progressivamente ridotti,
dovettero fondersi negli altri strati sociali per
assicurarsi la sopravvivenza. Possiamo dunque pensare
che la diffusione dell'arte del combattimento degli
antichi vassalli tra commercianti, artigiani, contadini,
pescatori sia stata il prodotto della mobilita sociale
di Okinawa causata dalla dominazione giapponese. Col
tempo, l'arte dei privilegiati comincia a prendere forme
diverse, adattandosi agli stili di vita di ciascuna
classe sociale. Tuttavia un adattamento del genere si e
prodotto in modo molto discreto, poiché l'arte del
combattimento corrispondeva per loro più a un privilegio
che a una necessita vitale. Quando un anziano vassallo
era divenuto contadino, nel corso delle generazioni la
pratica familiare dell'arte diveniva il solo segno del
suo antico privilegio e un motivo di fierezza per la sua
famiglia. E questa una delle cause del carattere
clandestino ed esoterico della pratica e della
trasmissione del karate di una volta. Con la dispersione
dei vecchi nobili e vassalli nei vari strati sociali il
karate si e ramificato. La base delle differenze tra i
vari stili e una delle cause della frammentazione del
karate antico.
La storia del karate nella tradizione di Okinawa assume
contorni un po' più definiti a partire da Sokon
Matsumura. Di fatto, le ricerche sulla prima scuola di
karate, il cui influsso sulla pratica contemporanea sia
riconoscibile, riconducono a lui. Egli sarebbe stato il
primo ad aver trasmesso un metodo sistematico. Ciò che
chiamiamo Shuri-te risale alla sua arte, e il suo
influsso contribuì esplicitamente alla formazione del
Tomari-te. E' probabile che Matsumura abbia ricevuto
l'insegnamento di Sakugawa ma, secondo la tradizione
orale, fu un cinese chiamato Iwa che egli indicò come
suo maestro nell'arte cinese del combattimento. Nessun
documento precisa le sue relazioni con Sakugawa.
L'importanza storica dell'arte di Matsumura sta nel
fatto che vi si può scorgere l'integrazione di tre
elementi culturali:
1. La tradizione del te o de, che e l'insieme delle
tecniche di combattimento praticate dagli abitanti di
Okinawa;
2. L'arte giapponese della spada della scuola Jigen-ryu;
3 L'arte cinese del combattimento.
Il ruolo di Matsumura nella storia del karate è tanto
più importante se consideriamo che formò molti allievi.
Alcuni tra loro sono divenuti anch'essi maestri di
quest'arte e hanno diffuso l'arte e le idee del loro
maestro, pur contribuendo tutti a farla evolvere. I suoi
principali allievi: Anko Asato: 1828-1906 - Anko Itosu:
1830-1915 - Kentsu Yabu: 1866-1937 - Chomo Hanashiro:
1869-1945 - Chotoku Kiyan: 1870-1945
Questi allievi hanno contribuito alla stabilizzazione
delle forme di karate e alla sua diffusione nell'isola
di Okinawa. A. Itosu e i suoi allievi realizzeranno la
grande svolta della storia del karate, che darà forma al
karate moderno come lo conosciamo ai nostri giorni.
Itosu nel 1901 compì la grande svolta per la diffusione
del karate introducendo quest'arte nell'educazione
scolastica. L'importanza di questo cambiamento è
considerevole, perché prima l'insegnamento del karate
era una pratica individualizzata, in cui il maestro
guidava uno o due allievi alla volta, mentre con
l'adozione di questo nuovo sistema divenne anche una
formazione di massa o di gruppo. Itosu si ispira
ai metodi di formazione dei soldati che il Giappone
stava importando dall'Europa. A scuola un solo
insegnante dirigeva numerosi allievi gridando un comando
per ogni gesto da eseguire, cosa che non esisteva
nell'insegnamento tradizionale del karate. A. Itosu
elaboro, a partire dalle sue prime esperienze con gli
scolari, dei kata destinati all'insegnamento scolastico.
E a questo scopo che compose dapprima i tre kata "Naifanchi"
a partire dal Naifanchi classico, poi i cinque kata "Pinan".
Classifico questi kata secondo una gradazione indicata
con il suffisso "dan": Naifanchi shodan, nidan e sandan
e Pinan shodan, nidan, sandan, yodan e godan. L'impiego
del termine "dan", che significa grado, o livello, per
classificare i kata gli era stato suggerito dal suo
maestro Sokon Matsumura partendo dal sistema di
catalogazione dei kata di spada del Jigen-ryu nel quale
si applica il sistema dei "dan" per la classificazione
degli esercizi. L'insegnamento del karate nella scuola e
stato, ai suoi inizi, assicurato principalmente dai due
allievi di Itosu, Yabu e Hanashiro. Ma il loro
insegnamento non era sempre una ripresa diretta e
sistematica delle idee del maestro. Prima di riuscire a
stabilire l'insegnamento del karate in questo nuovo
contesto, Itosu e i suoi allievi dovettero apportare
numerose rettifiche ai vecchi modi di praticare.
L'entrata del karate nel sistema scolastico segna una
svolta che, al di la della tendenza rappresentata da
Itosu, riguarda l'insieme del karate di Okinawa. Quest'arte
si stava formando, e le sue particolarità cominciavano
ad affermarsi in una relazione continua con l'arte
cinese del combattimento. Con la formalizzazione che
accompagna l'introduzione del karate nella scuola
pubblica, esso comincia a istituzionalizzarsi e a
irrigidirsi. Progressivamente, gli adepti iniziarono a
considerare il karate come un'arte classica, conclusa,
dove la cosa più importante era rispettare la tradizione
e affermare la legittimità della sua filiazione.
Contemporaneamente, gli sconvolgimenti intervenuti nelle
relazioni , tra il Giappone e la Cina rimisero in
questione i canali tradizionali attraverso i quali
l'arte cinese del combattimento giungeva a Okinawa.
Questo contatto, se si fosse prolungato, avrebbe con
tutta probabilità continuato a far evolvere il karate.
Le tecniche di karate appaiono frammentarie se vengono
considerate come una trasmissione dell'arte cinese del
combattimento. Ma, messe in pratica a modo loro dagli
abitanti di Okinawa, costituiscono un insieme. Le
tecniche, meno numerose che nell'arte d'origine, furono,
per questa stessa ragione, praticate più intensamente e
rielaborate in modo da permettere di affrontare la
molteplicità delle situazioni che potevano presentarsi.
A partire dagli anni Venti, il karate sarà presentato
come "l'arte di Okinawa" nelle isole principali del
Giappone.
Sul piano della trasmissione sono gli anni '30 che
costituiscono il punto di diframazione dell'evoluzione
del karate tradizionale e l'origine delle diverse forme
e dei diversi stili che continueranno ad evolversi fino
ai giorni nostri.
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